
GIOVEDÌ 12 DICEMBRE, ALLE ORE 13:00 (CON REPLICA ALLE 19:00) A «LETTERA 36» .
Venerdì 12 dicembre 1969, cinquanta anni fa attorno alle 16.30 , un ordigno di elevata potenza esplose nel salone centrale della Banca nazionale dell’agricoltura, sede di Milano, in piazza Fontana, dove coltivatori diretti e imprenditori agricoli erano convenuti dalla provincia per il consueto mercato settimanale. Il pavimento del salone fu squarciato e gli effetti furono devastanti. La bomba uccise diciassette persone e altre novanta circa furono ferite. Qualche minuto prima della esplosione, un altro ordigno venne rinvenuto nella sede della Banca commerciale di piazza della Scala sempre a Milano. Tra le 16.55 e le 17.30, altre tre esplosioni si verificarono a Roma: una, all’interno della Banca nazionale del lavoro di via San Basilio; altre due, sull’Altare della Patria di piazza Venezia. Questi attentati provocarono solo feriti e danni. I cinque attentati del pomeriggio del 12 dicembre 1969 segnarono l’inizio di quel periodo della vita del Paese che va sotto il nome di “strategia della tensione” che con il sangue e la violenza tentava la via del colpo di stato autoritario. Viene chiamata la “madre di tutte le stragi”, ma è anche un abisso senza fondo ed è rimasto senza giustizia. Sono passati 50 anni dal quel 12 dicembre 1969. Tutti i processi hanno circoscritto, senza il minimo dubbio, un gruppo di neofascisti come ideatori ed esecutori della strage: ma nessuno di loro è stato condannato!