Nell’ambito della XVI edizione del Premio Giornalistico Marco Luchetta un ulteriore riconoscimento verrà consegnato al giornalista Gian Antonio Stella che si aggiudica il Premio Crédit Agricole FriulAdria Testimoni della Storia, promosso da Crédit Agricole FriulAdria, d’intesa con il festival pordenonelegge. «Editorialista acuto e brillante, penna fra le più efficaci e sapide del giornalismo italiano, ha saputo non solo raccontare il suo, il nostro tempo, ma anche e soprattutto indicare, con sguardo pionieristico, le parabole del malcontento sociale che avrebbero ridisegnato l’evoluzione politica del Paese. Gian Antonio Stella ha firmato inchieste che ci hanno coinvolto per il loro appassionato sarcasmo, ci hanno reso più consapevoli, hanno influenzatoil linguaggio per raccontare il nostro tempo». Il riconoscimento, assegnato nelle scorse edizioni a Gianni Minà, Giovanni Floris, Lilli Gruber, Ferruccio De Bortoli, Ezio Mauro, Corrado Formigli e Vittorio Zucconi, sarà consegnato nell’ambito di Link, domenica 12 maggio. Nella stessa giornata Stella dialogherà con Bruno Ruffolo, caporedattore cultura Gr Rai, sul tema “Dalle macerie della “Casta“ alle mille burocrazie italiane.
Il Premio consiste in un tallero autentico di Maria Teresa, moneta d’argento simbolo di unione fatta coniare per la prima volta dall’Arciduca Sigismondo del Tirolo nel 1496, adottata dall’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo fin dagli inizi del suo regno, nel 1493. Con la Convenzione di Vienna del 1753, Maria Teresa d’Austria ne fece il punto di riferimento del sistema monetario unificato di tutti gli Stati dell’Impero asburgico. Il tallero di Maria Teresa s’impose ovunque improntando di sé i mercati valutari di tutta Europa e diventando un antesignano dell’attuale moneta unica europea.
Gian Antonio Stella, classe 1953 nato ad Asolo, ha iniziato la sua carriera al «Corriere d’Informazione» per poi passare al «Corriere della Sera», dove è stato inviato speciale ed editorialista. Lucido e ironico indagatore dei problemi sociopolitici e dei costumi italiani, vincitore di numerosi premi giornalistici e, nel 2005, del premio Fregene per la narrativa con il romanzo Il maestro magro – storia ambientata nell’Italia indigente del secondo dopoguerra – ha scritto anche: L’orda. Quando gli albanesi eravamo noi (2002); La casta (in collaborazione con S. Rizzo, 2007); Negri, froci, giudei & Co. L’eterna guerra contro l’altro (2009); Se muore il Sud (in collaborazione con S. Rizzo, 2013); Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli. La guerra infinita alla burocrazia (2014).