
Addio a Luciano De Crescenzo, artista poliedrico e scanzonato, scrittore e regista passato alle cronache con un film cult come “Così parlo Bellavista”. La sua passione per la filosofia lo porta nel 1977 ad incarnare le vesti di un eccentrico professore napoletano dotato di saggezza e buon senso, per l’appunto il partenopeo Bellavista. La prima passione l’aveva portato a laurearsi in ingegneria elettronica. Era stato allievo del matematico Renato Caccioppoli e come ingegnere aveva lavorato per molti anni come dirigente dell’IBM. Un lavoro sicuro che aveva lasciato a metà degli anni Settanta per dedicarsi alla scrittura. Nel corso degli anni era diventato un autore di successo internazionale. Ha pubblicato una cinquantina di libri tra cui un’opera in due volumi sulla storia della filosofia greca, prima e dopo Socrate, vendendo milioni di copie in tutto il mondo Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 paesi. Ha diretto e interpretato quattro film: “Così parlò Bellavista” nel 1984, “Il mistero di Bellavista”, il sequel girato l’anno seguente, poi “32 dicembre” nel 1988 e “Croce e delizia” nel 1995. Da attore è stato diretto, tra gli altri, da Renzo Arbore nel film “Il pap’occhio” nel 1980 e da Lina Wertmüller in “Sabato, domenica e lunedì” nel 1990.
Ha rappresentato per molti anni il volto del pensiero napoletano più raffinato. Note a tanti le sue massime che oscillavano tra la Magna Grecia e la Napoli contemporanea, e i suoi personaggi sono diventati nel tempo delle vere icone di un modo di essere. Fece scalpore una che dedicò, anni fa, alla camorra: ”Fate una vita di m… Sicuri che vi conviene?”
Luciano De Crescenzo era nato il 20 agosto 1928 a Napoli