Sono passati cinquanta anni dal primo sbarco dell’uomo sulla Luna. Era il 20 luglio 1969 quando Neil Armstrong scese per primo sul suolo lunare, seguito subito dopo da Buzz Aldrin. La missione Apollo 11 iniziò il 16 luglio quando l’immenso razzo, Saturnus V, lanciò verso la Luna i tre astronauti, Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins. La missione durò dal 16 al 24 luglio ed il 20 vi fu lo storico allunaggio nella zona denominata Mare della Tranquillità. Il contatto diretto con l’ambiente lunare durò più di due ore utili anche a lasciare una testimonianza della presenza dell’uomo. Fu infatti collocata una targa in cui vi era scritto “Qui, uomini dal pianeta Terra posero piede sulla Luna per la prima volta, luglio 1969 D.C. Siamo venuti in pace, per tutta l’umanità”. Una grande impresa che coronava anni di ricerca scientifica e tecnologica ma, soprattutto, rappresentava per l’America di Nixon, il raggiungimento del traguardo principale nella corsa alla conquista dello Spazio contro l’URSS. Ci si chiede quanto effettivamente servisse andare sulla Luna anche perché, solo tre anni dopo, le missioni già programmate, Apollo 18, 19 e 20, vennero cancellate per tagli al bilancio. Il grande risultato di essere riusciti ad allunare ed a calpestare il suolo del nostro satellite, ha rappresentato sicuramente l’apice delle conquiste e di quella voglia dell’uomo di andare sempre più in là ma, in quel momento storico, il vero risultato era legato agli effetti propagandistici in piena Guerra Fredda. Oggi la Luna è tornata a rappresentare un punto di interesse. Ma gli attori sulla scena sono molti. Agli USA ed alla Russia si sono aggiunti l’Europa, l’India, il Giappone e quella Cina che, al momento, sembra rappresentare la più determinata competitrice. La Luna non solo come elemento di successo di immagine ma, diviene un ipotetico trampolino di lancio verso Marte, il nuovo obiettivo che l’umanità vuole raggiungere.
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