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Dopo la dipartita di un grande attore com’era stato in vita Omero Antonutti, un altro grande figlio della cultura internazionale, Juan Octavio Prenz, ci ha lasciato improvvisamente. Argentino, di origini istriane, aveva 87 anni e per diversi anni era stato insegnante di letteratura spagnola presso la Facoltà di Lettere dell’Università di Trieste. Nel 1975 fu costretto, per motivi politici, ad abbandonare la capitale argentina e riparare prima a Belgrado (dove ha insegnato alcuni anni all’università) e poi a Trieste. Poeta e narratore di grande finezza oltre ad un’intensa attività di traduttore dei più noti autori della poesia slovena e serba. Ricordiamo, in breve, alcuni suoi romanzi tradotti in italiano Favola di Innocenzo Onesto, il decapitato (Marsilio 2001), Solo gli alberi hanno radici (La nave di Teseo 2017) e Il signor Kreck, uscito una prima volta nel 2014 per i tipi di Diabasis e recentemente ripubblicato dalla casa editrice La Nave di Teseo. Per la sua attività letteraria è stato più volte premiato, l’ultimo riconoscimento è stato il Premio Nonino, consegnatogli a Percoto lo scorso gennaio dall’amico Claudio Magris. ”Prenz – si legge nella motivazione del premio – argentino di origine istro-croata, è un sommesso e appassionato cantore dell’errabonda, dolorosa, sanguigna e picaresca odissea che disperde gli uomini nel labirinto dell’esistenza umana, li fa vagabondare nel mare della vita strappandoli ad ogni irrigidita identità ma senza sradicare dal loro cuore una comune fedeltà di destini, affetti, bizzarrie, il gioco a carte nell’osteria e la resistenza alla violenza, al potere tirannico”.
Buon viaggio Octavio!