«Ci apprestiamo a inaugurare un’edizione nel fiore degli anni, la numero 24. Ma anche un’edizione forte di quasi un quarto di secoo, nel segno dei libri, che regalano sguardi preziosi sul mondo e ci ricordano che il valore letterario è sempre presidio di libertà», ha spiegato il Presidente Michelangelo Agrusti, che ha pubblicamente ringraziato il direttore artistico Gian Mario Villalta e i curatori Alberto Garlini e Valentina Gasparet, insieme al direttore di Fondazione Pordenonelegge Michela Zin e alla squadra operativa, ma anche tutti i sostenitori del festival e le forze dell’ordine che vegliano sulla sicurezza della manifestazione, quest’anno parte del programma nella serata di giovedì 14 settembre (Teatro Verdi, ore 21) con il Concerto della Banda Nazionale dell’Arma dei Carabinieri.
«Pordenonelegge ha scelto di restare sull’uscio della storia – ha ancora sottolineato il Presidente Agrusti – calando nel contesto che stiamo vivendo molti dei libri che sfoglieremo con gli autori. Saremmo partiti volentieri da Kiev, se le condizioni lo avessero consentito. Ma l’Ucraina sarà comunque nei nostri cuori grazie all’evento inaugurale del 13 settembre (Teatro Verdi Pordenone, ore 18.30), affidato ad Andrei Kurkov, la voce letteraria più nota dell’Ucraina del nostro tempo: al festival presenterà, in anteprima nazionale, il nuovo romanzo “Api grigie” (Keller), ambientato nel Donbass, e ci aiuterà a comprendere meglio quanto accade proprio vicino a noi, nel cuore dell’Europa: sarà il nostro modo di essere partecipi di una vera e propria lotta di liberazione. E prima ancora, mercoledì 6 settembre, ripartiremo da Praga con l’anteprima di pordenonelegge. Così come avevamo fatto lo scorso anno, identificando questa città come simbolica: una capitale che nel 1989, attraverso la Rivoluzione di velluto, ha saputo liberarsi e ha riconquistato la sua libertà senza spargimento di sangue, guidata da uomo di cultura, un drammaturgo e poi anche il presidente della Repubblica Ceca, Vaclav Havel, grande coscienza dell’Europa, Quell’esempio resta fortemente evocativo del tempo che viviamo: stiamo costruendo una connessione duratura con il mondo che ruotava intorno a Vaclav Havel e Praga farà sempre parte del palinsesto del festival. Così come pordenonelegge resterà quest’anno, e forse anche per le stagioni a venire, la. Festa del libro con gli autori e della libertà. Rispecchiando così i valori di inclusività che da sempre esprime, quelli di una manifestazione che vuole essere unitiva e non divisiva, dare segnali di positività e coesione, permettendo a tutte le componenti economiche e sociali, a tutti i cittadini di ritrovarsi, occhi negli occhi, e confrontarsi intorno ai libri, come primo grande segnale di libertà. Gettando il seme di una unità intellettuale che potrà trasformarsi in unità civile per le nostre comunità. Nel frattempo – ha ricordato il presidente Agrusti – il festival cresce grazie all’impegno congiunto e straordinario delle categorie economiche che hanno dato vita a Fondazione Pordenonelegge.it: al punto che i supporters privati sono oggi la maggioranza delle entrate del festival, testimoniando lo stretto connubio cultura e mondo economico. Un circolo virtuoso che il festival consolida e potenzia, di anno in anno. Ma pordenonelegge vuole andare oltre, e costruire un patto generazionale, investendo nel capitale umano di chi oggi rappresenta il nostro futuro. Per questo abbiamo voluto come ospiti d’onore, in platea all’evento inaugurale, ben 200 giovani 16-26enni che rappresentano, idealmente, il futuro del festival e degli anni che viviamo».
Il direttore artistico di pordenonelegge, Gian Mario Villalta, ha ricordato che «obiettivo di questa edizione era il ritorno a una città che si possa schiudere al pubblico, accogliente e viva come prima del covid. Abbiamo potenziato l’offerta per accogliere tanti lettori e visitatori che vorranno incontrarsi a Pordenone. E per tutti ci sarà una gamma di appuntamenti diversificata e attenta alla pluralità degli interessi e degli orientamenti, in modo da garantire a tutti la massima opportunità di scelta. Con l’auspicio che il pubblico voglia anche lasciarsi “stupire” e voglia calarsi nel confronto con le più vaste visioni e gli sguardi più disparati. Grazie alla collaborazione avviata fra istituzioni culturali e all’impegno dell’amministrazione comunale i visitatori in arrivo potranno contare anche su una generosa offerta di percorsi espositivi in città. Una bella notizia per il pubblico che sarà insieme a noi. Ci siamo focalizzati quest’anno – ha osservato ancora Villalta – su molti ospiti della vicina Europa centrale: un pianeta in movimento, che vogliamo monitorare con attenzione. A partire dall’evento inaugurale con lo scrittore Andrei Kurov, che ci aiuterà a guardare alla quotidianità delle aree di guerra, dove cadono le bombe ma esiste, fra le righe del conflitto, una dimensione di vita che si perpetua, giorno dopo giorno. Salutiamo il ritorno anche delle scuole, che potranno muoversi liberamente, quest’anno, e sarà una festa rivedere le classi sotto i tendoni del festival. E salutiamo i giovani che sono la spina dorsale del festival di oggi e di domani: a cominciare dai nostri meravigliosi Angeli, che piano piano diventano anche scrittori, presentatori e promotori culturali. Alle testate giornalistiche tutte va il nostro ringraziamento, con menzione per la RAI e le tante dirette che attiverà nel corso del festival».
Intorno al valore del confronto culturale si sono oggi soffermati anche il Sindaco di Pordenone, Alessandro Ciriani, che ha ricordato l’importanza di pordenonelegge, «patrimonio e festa del territorio, non solo della città, e il suo ruolo come occasione di confronto per interpretare gli accadimenti del nostro tempo e consolidare, o cambiare la propria opinione, grazie agli interventi di intellettuali, storici, filosofi e giornalisti». Un valore aggiunto evidenziato anche dal vicepresidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia e Assessore regionale alla Cultura Mario Anzil: «pordenonelegge – ha spiegato – come una capitale internazionale della cultura e il Friuli Venezia Giulia come una regione non più decentrata, ma cuore pulsante al centro dell’Europa: Le relazioni economiche e sociali con le altre nazioni non possono prescindere dalle relazioni culturali – ha spiegato ancora Anzil e la prospettiva del confine si è oggi trasformata, diventando grande opportunità per le giovani generazioni».